lunedì 31 marzo 2008

SE QUESTO E' UN UOMO -5^ lezione

ARGOMENTI DI RIFLESSIONE: LA FAME, IL TEMPO, I SOGNI

La fame

tematica trattata nei capp. "Le nostre notti" e "Una buona giornata"

"Il Lager è la fame:noi stessi siamo la fame, fame vivente". La fame è uno degli argomenti ricorrenti di tutto il libro: i prigionieri lavorano attendendo il momento della misurabile zuppa, che tra l'altro li riempie di liquido; trasformano il pane in prezioso oggetto di scambio, spesso se lo rubano a vicenda come animali.
Persino nel sonno, la fame è così ossessiva che i dormienti "schioccano le labbra e dimenano le mascelle. Sognano di mangiare", percepiscono persino l'odore ricco e violento del cibo.

Il tempo

Nel lager qualunque futuro è impensabile in quanto domina incontrastato il presente. A dare un colpo di spugna al passato e al futuro si impara assai presto, se il bisogno preme," non pare possibile che esista un mondo e un tempo se non il nostro mondo di fango e il nostro tempo sterile e stagnante." Levi lotta contro la "pena del ricordarsi, il vecchio feroce struggimento di sentirsi uomo". Il tempo del lager si presenta ogni mattina come eterno, e a fine giornata, quando lo si è "perforato attraverso tutti i suoi minuti" è dimenticato, annullato."

I sogni

cap. "Le nostre notti"

Nella descrizione orribile delle notti del lager e dei risvegli i sogni rappresentano un passaggio tra lager e vita normale, tra vita normale e lager. I sogni hanno un grande valore, essi sono legati quasi sempre al bisogno di raccontare e al terrore di non essere ascoltato o creduto. Vi è il tentativo di difendere il sonno dalla intrusione degli incubi della sofferenza del giorno, composta da fame, percosse, freddo, paura, fatica...ma non appena gli occhi si richiudono, ancora una volta percepiamo il nostro cervello mettersi in moto al di fuori del nostro volere...per tutta la durata della notte vigila l'attesa e il terrore del momento della sveglia. La parola "alzarsi" fa cadere l'illusoria barriera delle coperte calde, l'esile corazza del sonno, la pur tormentata evasione notturna...e ci si ritrova desti senza remissione, esposti all'offesa, atrocemente nudi e vulnerabili. Inomincia un giorno come ogni giorno.......

SE QUESTO E' UN UOMO -4^ lezione

IL LAGER COME ORRIBILE LABORATORIO SOCIALE

Il problema viene analizzato nel cap." Al di qua del bene e del male"

Levi non si limita a fornire informazioni di carattere generale sul funzionamento del lager ma egli considera il campo come un esperimento di società primitiva (premonetaria dato che non vi è circolazione di denaro), nella quale si realizzano rapporti sociali orribili che esulano da qualsiasi contesto civile. Nel capitolo Levi mostra come si sia sviluppato nel lager un fitto commercio tra i detenuti, combinando scambi effettivi, piccole truffe e furti di materiale, o furti reciproci, sino a creare contatti con l'economia del mondo esterno, così da procurarsi ad esempio tabacco di scarto. Levi parla di una vera e propria Borsa e tiene ben presente l'importanza di protezioni quali che siano. Il capitolo si conclude "..il furto in Buna, punito dalla Direzione civile, è autorizzato e incoraggiato dalle SS; il furto in campo, represso severamente dalle SS, è considerato dai civili una normale operazione di scambio;il furto fra Haftlinge viene generalmente punito, ma la punizione colpisce con uguale gravità il ladro e il derubato. Vorremmo ora invitare il lettore a riflettere,che cosa potessero significare in Lager le nostre parole "bene" e "male", "giusto" e "ingiusto";giudichi ognuno, in base al quadro che abbiamo delineato e agli esempi sopra esposti, quanto del nostro comune mondo morale potesse sussistere al di qua del filo spinato."

venerdì 28 marzo 2008

IL NEOCOLONIALISMO

Il contesto della guerra fredda e di bipolarismo in cui si svolse il processo di decolonizzazione costrinse i nuovi Stati ad accettare forme di protezione da parte di una delle due superpotenze. A ciò bisogna aggiungere la condizione di arretratezza generale (sociale,civile,economica) in cui si trovavano questi Stati che li induceva ad appoggiarsi alle ex potenze coloniali per crescere. Se poi vi erano interessi economici legati alle materie prime, al commercio ed al mercato l'ingerenza dei vecchi dominatori si fa sempre più pressante. In sostanza, si viene a creare un controllo politico indiretto e di sfruttamento economico dei paesi africani, asiatici,latino-americani, da parte delle potenze europee e degli USA che esercitano il controllo delle risorse economiche, creano governi fantoccio al loro servizio. Tutto ciò avviene, non per lo sviluppo sociale ed economico degli Stati interessati, ma per gli interessi delle potenze coloniali, delle multinazionali che operano in quei paesi. Questa forma di dominio indiretto si chiama neocolonialismo.

DECOLONIZZAZIONE E GUERRA FREDDA 2

America latina
Il sudamerica fornisce la dimostrazione più evidente che la decolonizzazione non era sufficiente ad attenuare la dominazione imperialista. I paesi latino-americani, pur essendo indipendenti, vivevano in una condizione di grande povertà in quanto erano controllati dagli USA che impedivano il controllo del mercato e delle potenzialità economiche di ogni singolo stato. L'unico paese che riuscì ad opporsi all'egemonia americana fu Cuba, in cui il movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro, appoggiato dalla popolazione contadina, riuscì a rovesciare nel 1959 il governo del dittatore Batista, fedele esecutore degli interessi americani. All'inizio la posizione dei rivoluzionari cubani non era di orientamento comunista ma, dopo il tentativo di invasione dell'isola compiuto nel 1961 da alcuni cubani anticastristi, appoggiati dagli americani, Cuba si spostò nell'orbita dell'Unione sovietica.
I paesi non allineati
Dal punto di vista dello schieramento internazionale, alcuni paesi scelsero di essere "non allineati", cioè nè capitalisti, nè comunisti. Tra questi vi era:l'India, il Pakistan,l'Egitto e i paesi arabi,l'Indonesia fino al 1965; l'unico paese europeo che si schierò tra i non allineati fu la Jugoslavia. Nel complesso, il fronte dei "non allineati" fu più antioccidentale che antisovietico perchè essi erano in primo luogo contro l'imperialismo. La via scelta da questi paesi non fu facile da percorrere perchè erano poveri, non avevano aiuti per cui la loro organizzazione sociale ed economica fece molta fatica a crescere.

martedì 25 marzo 2008

LA DECOLONIZZAZIONE E LA GUERRA FREDDA

Dopo la seconda guerra mondiale iniziò quel processo di decolonizzazione che in pochi anni avrebbe portato alla nascita di decine di nuovi stati indipendenti in Asia e in Africa.

La decolonizzazione in Asia
  1. Indipendenza dell'India (1947)

-movimento di liberazione guidato da Gandhi e basato sul metodo della non collaborazione e della non violenza;scontri tra indù e musulmani;

-gli inglesi riconoscono l'indipendenza dell'India e promuovono la suddivisione del paese in due stati distinti: India per la maggioranza indù e Pakistan per la minoranza musulmana. Il Pakistan viene separato in due regioni (orientale e occidentale che nel 1971 diventerà lo stato del Bangla Desh,uno dei paesi più poveri al mondo);

-conflitto India-Pakistan per l'annessione del Kasmir;

- assassinio di Gandhi (1948)

2- La Cina diventa comunista (1949)

3- La guerra di Corea (1950-1953)

-Dopo tre anni di guerra si arrivò alla divisione del territorio in Corea del nord e Corea del sud.

4- La guerra in Vietnam (1954-1975)

5- Indipendenza dell'Indonesia (1949-1954)

-l'Indonesia era stata colonizzata dagli olandesi che, dopo la seconda guerra mondiale, non erano più in grado di controllare il paese per cui nel 1949 ottiene l'indipendenza come repubblica federale unita all'Olanda ma nel 1954, il presidente Sukarno, nazionalizza le proprietà olandesi e rende il paese indipendente dall'Olanda.

6- Le guerre arabo-israeliane

La decolonizzazione in Africa

  1. Indipendenza dell'Algeria (1954-1962)

-La Francia si oppose alla decolonizzazione dei propri possedimenti in Algeria scatenando una repressione contro i nazionalisti algerini

2-Indipendenza di Angola e Mozambico (1961-1975)

-Erano colonie portoghesi che raggiunsero l'indipendenza dopo che in Portogallo venne rovesciato il vecchio regime fascista (1975)

3-Gli stati indipendenti africani

Negli anni sessanta gli imperi coloniali dell'Africa subsahariana crollarono con relativa facilità; il 1960 viene ricordato come l'anno dell'Africa:in quell'anno nascono ben 17 nuovi stati africani indipendenti. Alcuni si liberarono con la guerra altri perchè i tempi erano maturi per la fine degli imperi coloniali.

4-Indipendenza del Sudafrica

In sudafrica una consistente comunità di bianchi deteneva il potere e il controllo della ricchezza. Già prima della guerra i neri furono privati dei diritti politici poi, nel 1948, si arrivò al regime di segregazione razziale (apartheid) che significava separazione totale tra bianchi e neri. Nel corso degli anni il regime razzista bianco si fece sempre più repressivo e disumano. Il leader del movimento di liberazione dei neri, Nelson Mandela, trascorse più di 25 anni in carcere, dal 1963 al 1990.La mobilitazione internazionale contro l'apartheid portò alla sua abolizione nel 1992 e Nelson Mandela nel 1994 diventò presidente della repubblica sudafricana.

lunedì 24 marzo 2008

EUGENIO MONTALE - 1^ e 2^ lezione


Vita: antologia 3c p.146

IL PENSIERO

“ L’argomento della mia poesia è la condizione umana in sé considerata; non questo o quell’avvenimento storico….” Così Montale parlava di sé in un’intervista del 1951.

Egli si interroga sulla condizione di isolamento dell’individuo nel mondo contemporaneo, sul contrasto tra l’esistenza dell’uomo e lo scorrere della realtà naturale e storica.

Montale si mette alla ricerca di un "varco" che metta in comunicazione l'uomo, la sua vita individuale con ciò che sta succedendo nella realtà per poter uscire da una condizione di isolamento e di esclusione.

La prima poesia, scritta nel 1916, che mette in evidenza la condizione umana è "Meriggiare pallido e assorto" (antologia 3c p.148).


L'ITINERARIO POETICO


Il punto di partenza dell'itinerario poetico di Montale è segnato dalla raccolta "Ossi di seppia",

uscita nel 1925 (anno delle leggi fascistissime che segnano anche il fallimento dell'intellettuale, del poeta e delle possibilità conoscitive del reale).

L'osso di seppia: è una conchiglia che si forma all'interno della seppia, un mollusco marino; dopo la morte della creatura marina, che degrada le carni ,è l'unico elemento che rimane e diventa duro ma fragile, bianco e prosciugato. Montale ne fa il simbolo di ciò che nella vita è duraturo ed essenziale, di ciò che racchiude in sè il significato più profondo delle cose.
In questa raccolta Montale testimonia la crisi spirituale dell'uomo moderno in un mondo che pare sul punto di sgretolarsi e dissolversi.
Nella poesia "Spesso il male di vivere ho incontrato"(antologia 3a p.95), testimonia l'incapacità dell'uomo di comunicare. E' il male dell'essere che ci impedisce di avere delle certezze, di conoscere la realtà e noi stessi. All'uomo non rimane altro che accettare in modo lucido e consapevole la propria condizione di angoscia e di sconfitta; l'unica alternativa alla sofferenza, che tormenta tutti gli esseri e che si manifesta nelle cose più comuni, è una posizione di distacco e di indifferenza, il rifiuto di lasciarsi coinvolgere sentimentalmente nella pena. Nasce così la divina indifferenza come unico modo per liberare l'uomo dai limiti della sua condizione dolorosa facendone quasi una divinità.
Nella poesia "Non chiederci la parola" (fotocopia), esprime, invece, il malessere e l'impotenza dell'intellettuale e della cultura che sa di aver perso i propri punti di riferimento storico e le proprie basi conoscitive. Il poeta può definire solo una condizione negativa dell'esistenza per cui l'essere dell'uomo può essere colto nel suo non essere, la parola del poeta parla solo per negare i contenuti della vita e della storia. Dai versi di questa poesia derivò una lezione etica per tutta una generazione che per molti si tradusse in azione politica contro il fascismo.
A questo proposito, non bisogna dimenticare che Montale, proprio nel 1925, firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti che esprime un netto dissenso, civile e politico, nei confronti della dittatura e che lo porterà ad un'esistenza appartata durante il fascismo ma anche ad assumere, anche in seguito, un atteggiamento di distacco verso ogni forma di partecipazione politica attiva, considerate indifferenti ed estranee rispetto all'impegno intellettuale e poetico. Ciò viene testimoniato dalla poesia "Piccolo testamento"(fotocopia)scritta nel 1953 e che fa parte della raccolta "La bufera e altro".

venerdì 21 marzo 2008

SE QUESTO E' UN UOMO - 3^ lezione

I PERSONAGGI DI FRONTE ALL'ESTREMO:

La tematica viene affrontata nel cap. "I sommersi e i salvati" sviluppandola nel seguente modo:
  1. "Si rinchiudano tra i fili spinati migliaia di individui...sottoposti ad un regime di vita costante,controllabile....", una vita che non rientra nelle regole della civiltà che ci ha formato, in cui ognuno è solo e deve lottare per sopravvivere. In questa situazione la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale;
  2. Le reazioni possono essere: a) eseguire tutti gli ordini che si ricevono, non mangiare che la razione, attenersi alla disciplina del lavoro e del campo. L'esperienza ha dimostrato che in questo modo si dura circa tre mesi. Questi sono i sommersi, i Muselmann, cioè i deboli, gli inetti coloro destinati alla selezione; b) lottare con la propria forza per sopravvivere, dare battaglia alla fatica, alla fame, all'inerzia,resistere ai nemici e non avere pietà per i rivali; aguzzare l'ingegno, indurare la pazienza, strozzare ogni dignità e spegnere ogni lume di coscienza, scendere in campo da bruti contro gli altri bruti. Questi sono i salvati,cioè coloro che rendendosi conto che i principi della normale civiltà non valgono, lottano ogni giorno da soli contro tutti, compiendo anche aberrazioni e compromessi, rinunciando al proprio mondo morale.
  3. Il caso estremo dei salvati è il Kapo, il prigioniero diventato servo dei carcerieri, che pur di campare riversa l'odio che sente per gli aguzzini verso i compagni di prigionia.
    Ma la salvazione può essere raggiunta in diversi modi, come Levi mette in risalto nel capitolo.

giovedì 20 marzo 2008

INDICAZIONI D'ESAME

Le vacanze di pasqua rappresentano il confine oltre il quale i programmi didattici sono orientati in modo specifico per l'esame di licenza, per cui ritengo opportuno informare sulle indicazioni ministeriali sull'esame di licenza.


Esame di Stato

Per effetto della legge 176/2007 viene reintrodotto da quest’anno il giudizio

di ammissione all’esame. Nello scrutinio – che riguarda soltanto gli alunni per i quali l’anno scolastico è stato validato - i docenti esprimeranno un giudizio di idoneità o non idoneità per l’ammissione all’esame sulla base della valutazione degli apprendimenti conseguiti al termine dell’anno scolastico. Il giudizio finale terrà conto dei giudizi sintetici espressi sulle singole discipline, sulle attività opzionali/facoltative, sul comportamento e delle valutazioni espresse nel corso dell'anno sul livello globale di maturazione, con riguardo anche alle capacità ed alle attitudini dimostrate.



Prove di italiano, lingue comunitarie, matematica ed elementi di scienza e tecnologia


Sulla base della consolidata e sperimentata prassi è prevista l’effettuazione di prove scritte di italiano, lingue comunitarie, matematica ed elementi di scienza e tecnologia, da svolgersi in giorni diversi e per una durata oraria definita, in modo coordinato, dalla commissione esaminatrice di ciascuna scuola. Si rammenta, in proposito, di tener conto nella calendarizzazione delle prove della presenza di alunni di religione ebraica.
La prova scritta di italiano viene formulata in modo da consentire all’alunno di mettere in evidenza la propria capacità di rielaborazione e di organizzazione delle conoscenze acquisite. La prova dovrà accertare la coerenza e l’organicità del pensiero, la capacità di espressione personale e il corretto ed appropriato uso della lingua.Nel rispetto dell’autonomia delle singole scuole, la prova di italiano si svolge sulla base di almeno tre tracce, formulate in modo da rispondere quanto più possibile agli interessi degli alunni. Le tracce, a scelta del candidato, terranno conto delle seguenti indicazioni di massima:

esposizione in cui l'alunno possa esprimere esperienze reali o costruzioni di fantasia (sotto forma di cronaca, diario, lettera, racconto o intervista ecc.);
trattazione di un argomento di interesse culturale o sociale che consenta l'esposizione di riflessioni personali;
relazione su un argomento di studio, attinente a qualsiasi disciplina.


Per quanto riguarda le lingue comunitarie, anche sulla base delle esperienze condotte nello scorso anno scolastico, i collegi dei docenti procederanno per tempo a deliberare la modalità di svolgimento della prova scritta, scegliendo tra le seguenti ipotesi:

prova scritta articolata su contenuti afferenti la prima e la seconda lingua comunitaria, che potrà attuarsi in forme differenziate (elaborato, composizione, questionario, simulazione di dialogo, ecc.);
prove scritte separate in giorni diversi per le due lingue comunitarie insegnate;
prova scritta della prima lingua comunitaria insegnata e conseguente specifica trattazione e valutazione della seconda lingua comunitaria in sede di colloquio pluridisciplinare.

La prova scritta di matematica ed elementi di scienze e tecnologia deve tendere a verificare le capacità e le abilità essenziali individuate dal curricolo di studi. La prova può essere articolata su più quesiti, che non comportino soluzioni dipendenti l'una dall'altra per evitare che la loro progressione blocchi l'esecuzione della prova stessa. Nel rispetto dell’autonomia delle scuole, i quesiti potranno toccare aspetti numerici, geometrici e tecnologici, senza peraltro trascurare nozioni elementari nel campo della statistica e della probabilità. Uno dei quesiti potrà riguardare gli aspetti matematici di una situazione avente attinenza con attività svolte dagli allievi nel corso del triennio nel campo delle scienze sperimentali. La commissione deciderà se e quali strumenti di calcolo potranno essere consentiti, dandone preventiva comunicazione ai candidati.

Durante le prove d’esame è tassativamente vietato l’uso di telefoni cellulari.

A partire da questo anno scolastico accanto alle prove scritte tradizionali ve ne è un'altra di carattere nazionale che così è specificata



Prova nazionale

La prova scritta a carattere nazionale prevista dalla legge n. 176/2007 è volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli alunni. I testi della prova sono scelti dal Ministro tra quelli definiti annualmente dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (Invalsi).
Finalità

La prova standardizzata all’interno dell’esame di Stato è un’opportunità per l’arricchimento della qualità della valutazione degli alunni. La citata direttiva prevede che la prova concorra ad integrare gli elementi di valutazione degli alunni, aiutando a verificarne i livelli di apprendimento. I criteri di incidenza e di peso della prova nazionale sulla valutazione complessiva in sede di esame di Stato, formalizzati nella seduta di insediamento della Commissione, sono rimessi alla autonoma determinazione della Commissione esaminatrice stessa. I risultati della prova concorrono, inoltre, alla conoscenza dei livelli di apprendimento di talune discipline conseguiti al termine del 1° ciclo dagli alunni sul territorio nazionale. Per l’anno scolastico in corso, tenendo conto del breve tempo intercorso tra l’emanazione della legge e la prima attuazione, la prova mantiene, naturalmente, un carattere esplorativo nella prospettiva di costruire, in collaborazione con le scuole e con i docenti, soluzioni a regime con compiuta validità scientifica.

Contenuti

L’impostazione e la struttura della prova nazionale si avvalgono della esperienza acquisita dall’Invalsi nelle rilevazioni nazionali e internazionali sugli apprendimenti, nonché della conoscenza delle prassi didattiche.

Per l’anno scolastico 2007-2008 la prova nazionale riguarderà italiano e matematica, ad integrazione delle prove scritte già previste per tali discipline.

La tipologia di prova scelta dal Ministro tra quelle predisposte dall’Invalsi ha le seguenti caratteristiche.
La prova è divisa in due sezioni. La prima, che riguarda l’italiano è divisa in due parti: parte A – comprensione della lettura, ovvero testo narrativo seguito da quesiti; parte B – riflessione sulla lingua, serie di quesiti su conoscenze grammaticali. I quesiti sono sia a scelta multipla sia a risposta aperta.

Nella seconda, che riguarda la matematica, si propongono quesiti a scelta multipla e a risposta aperta sulle seguenti aree: numeri, geometria, relazioni e funzioni, misure, dati e previsioni.



Colloquio pluridisciplinare

Il colloquio, condotto collegialmente alla presenza dell’intera sottocommissione esaminatrice, dovrà consentire di valutare la maturazione globale dell’alunno. Nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e della responsabilità delle singole sottocommissioni esaminatrici, il colloquio pluridisciplinare potrà riguardare gli approfondimenti delle singole discipline di studio e altri elementi derivanti da qualificate esperienze realizzate.

Giudizio finale

Sulla base delle risultanze complessive degli scrutini finali, del giudizio finale di ammissione all’esame, delle prove scritte – inclusa quella nazionale - e del colloquio pluridisciplinare, la sottocommissione esaminatrice che, comunque, è chiamata ad operare collegialmente nella correzione degli elaborati e nello svolgimento del colloquio, formula un motivato giudizio complessivo. Tale giudizio, se positivo, si conclude con la formulazione sintetica di “OTTIMO”, “DISTINTO”, “BUONO” e “SUFFICIENTE”; se negativo, con il giudizio di “NON LICENZIATO”.

NOTA PERSONALE: credo che, dopo la lettura delle indicazioni per l'esame, gli elementi di riflessione non manchino per ogni studente per cui penso sia bene cominciare ad assumere un comportamento adeguato all'impegno che viene richiesto.

Auguri di Buona Pasqua

giovedì 6 marzo 2008

SE QUESTO E' UN UOMO - 2^ lezione

3-Il sentimento di vergogna che nasce dalla colpa degli altri

I deportati provano un duplice sentimento di vergogna:
- una vergogna istintiva che deriva dalla spoliazione subita, per la nudità, la rasatura completa, la privazione di tutto quanto fa la vita di una persona normale. E di fronte a ciò mancano le parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. Un uomo a cui si tolgono le persone amate, la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto, diventa un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, senza dignità. E da qui un nuovo tipo di vergogna..
- una vergogna morale perchè nel lager si diventa "il niente" sul piano morale: niente identità, niente dignità, niente coscienza.
In questo modo si è "sul fondo" senza passato e senza futuro (leggere cap. Sul fondo).

4- La difesa della dignità

Seppure offesa ed annullata la dignità rimane sopita e può riemergere da un momento di quiete, anche minima. Questo accade nel Ka-be, nell'infermeria, in cui la mancanza del disagio fisico fa emergere di nuovo la coscienza, fa comprendere la fragilità umana, capire cosa è stato tolto e che l'obiettivo è che nessuno deve uscire di qui per portare al mondo ciò che è stato fatto all'uomo.
Da questa presa di coscienza nasce la volontà di sopravvivere per poter testimoniare.
(Leggere cap.KA-be)