IL LAGER COME ORRIBILE LABORATORIO SOCIALE
Il problema viene analizzato nel cap." Al di qua del bene e del male"
Levi non si limita a fornire informazioni di carattere generale sul funzionamento del lager ma egli considera il campo come un esperimento di società primitiva (premonetaria dato che non vi è circolazione di denaro), nella quale si realizzano rapporti sociali orribili che esulano da qualsiasi contesto civile. Nel capitolo Levi mostra come si sia sviluppato nel lager un fitto commercio tra i detenuti, combinando scambi effettivi, piccole truffe e furti di materiale, o furti reciproci, sino a creare contatti con l'economia del mondo esterno, così da procurarsi ad esempio tabacco di scarto. Levi parla di una vera e propria Borsa e tiene ben presente l'importanza di protezioni quali che siano. Il capitolo si conclude "..il furto in Buna, punito dalla Direzione civile, è autorizzato e incoraggiato dalle SS; il furto in campo, represso severamente dalle SS, è considerato dai civili una normale operazione di scambio;il furto fra Haftlinge viene generalmente punito, ma la punizione colpisce con uguale gravità il ladro e il derubato. Vorremmo ora invitare il lettore a riflettere,che cosa potessero significare in Lager le nostre parole "bene" e "male", "giusto" e "ingiusto";giudichi ognuno, in base al quadro che abbiamo delineato e agli esempi sopra esposti, quanto del nostro comune mondo morale potesse sussistere al di qua del filo spinato."
lunedì 31 marzo 2008
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