La tematica viene affrontata nel cap. "I sommersi e i salvati" sviluppandola nel seguente modo:
- "Si rinchiudano tra i fili spinati migliaia di individui...sottoposti ad un regime di vita costante,controllabile....", una vita che non rientra nelle regole della civiltà che ci ha formato, in cui ognuno è solo e deve lottare per sopravvivere. In questa situazione la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale;
- Le reazioni possono essere: a) eseguire tutti gli ordini che si ricevono, non mangiare che la razione, attenersi alla disciplina del lavoro e del campo. L'esperienza ha dimostrato che in questo modo si dura circa tre mesi. Questi sono i sommersi, i Muselmann, cioè i deboli, gli inetti coloro destinati alla selezione; b) lottare con la propria forza per sopravvivere, dare battaglia alla fatica, alla fame, all'inerzia,resistere ai nemici e non avere pietà per i rivali; aguzzare l'ingegno, indurare la pazienza, strozzare ogni dignità e spegnere ogni lume di coscienza, scendere in campo da bruti contro gli altri bruti. Questi sono i salvati,cioè coloro che rendendosi conto che i principi della normale civiltà non valgono, lottano ogni giorno da soli contro tutti, compiendo anche aberrazioni e compromessi, rinunciando al proprio mondo morale.
- Il caso estremo dei salvati è il Kapo, il prigioniero diventato servo dei carcerieri, che pur di campare riversa l'odio che sente per gli aguzzini verso i compagni di prigionia.
Ma la salvazione può essere raggiunta in diversi modi, come Levi mette in risalto nel capitolo.
Nessun commento:
Posta un commento