Lo sviluppo economico degli anni sessanta fu interrotto bruscamente dalle crisi petrolifere degli anni settanta.
Esse devono essere inserite nel contesto delle guerre arabo-israeliane iniziate nel 1948 con la proclamazione dello Stato di Israele non riconosciuto dagli stati arabi (vedi libro di testo p.311).
Nell'ottobre 1973 gli eserciti egiziano e siriano attaccarono Israele scatenando una guerra che durò venti giorni con Israele che risultò vincente. Nella guerra Egitto e Siria furono aiutati dai paesi arabi e anti-americani mentre Israele fu appoggiato dagli Stati Uniti e dai paesi europei.
Per questa ragione, i paesi arabi appartenenti all'OPEC (organizzazione per l'esportazione del petrolio) bloccarono le proprie esportazioni di petrolio verso i paesi occidentali, compresa l'Italia.
Tale decisione portò all'innalzamento vertiginoso del petrolio che, in molti casi, aumentò più del triplo rispetto alle tariffe precedenti. I governi degli stati occidentali (tra questi l'Italia) vararono provvedimenti per far diminuire il consumo di petrolio e per evitare gli sprechi. In Italia venne varato un piano chiamato "Austerity" che prevedeva: divieto di circolare in auto la domenica (blocco totale) o a targhe alterne; la fine anticipata dei programmi televisivi; la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale.
In Europa occidentale la crisi energetica portò anche alla ricerca di nuove fonti di energia come il gas naturale e l'energia atomica per cercare di limitare l'uso del petrolio. Si cominciò anche a parlare di ecologia, di risparmio energetico, etc.
Negli anni successivi vi fu un alternarsi di brevi periodi di recessione (crisi petrolifera del 1979) e di ripresa economica.
venerdì 18 aprile 2008
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