lunedì 21 aprile 2008

IL NEOREALISMO


Lo studio del neorealismo si basa sulla lettura ed analisi della prefazione di Italo Calvino al suo romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” pubblicata nel 1964.

Premessa

All’indomani della fine della seconda guerra mondiale si assiste ad un nuovo atteggiamento degli intellettuali che possiamo così sintetizzare:

  1. rifiuto della cultura decadente
  2. scelta dell’impegno sociale, civile e politico

Le motivazioni che indussero gli uomini di cultura a tale atteggiamento furono:

  1. reagire alla società letteraria chiusa che non era stata capace di impedire il fascismo e la guerra;
  2. creare un nuovo rapporto tra cultura e popolo;
  3. desiderio di scoprire l’Italia reale

Analisi del testo

In questa prefazione, scritta nel 1964, Calvino riflette sul neorealismo e sul clima generale che vi era in Italia dopo la guerra.

Il neorealismo non fu una scuola ma un insieme di voci, in gran parte periferiche, delle diverse Italie, delle Italie fino allora sconosciute.

Il neorealismo nasce dal clima generale del dopoguerra, dalla tensione morale che aveva preso le generazioni dell’epoca. La letteratura, gli uomini di cultura si sentivano depositari di nuovi valori, di un senso nuovo della vita. Questo nuovo clima era un fatto collettivo che riguardava gli scrittori ma anche la gente comune, per cui si stabilisce un immediato rapporto tra uomo di cultura e pubblico.

La rinata libertà, il desiderio di ricominciare da zero, creò in tutti una smania di raccontare. Le storie vissute durante la guerra diventavano l’oggetto di notti trascorse davanti al falò, di incontri tra persone che si rivedevano dopo tanto tempo, di nuove amicizie.

Lo scrittore doveva partire da questo materiale grezzo, narrato oralmente, per esprimere quel sapore aspro della vita che derivava da quelle storie: paesaggi, personaggi, spari, didascalie politiche, voci gergali, parolacce.

L’obiettivo era di trasformare in opera letteraria quel mondo che era per noi il mondo.

Lo scenario quotidiano è il punto di partenza del neorealismo:

· paesaggi

· storie umane

Queste rappresentazioni sono oggettive sia per quanto riguarda il linguaggio sia per le immagini:

la scelta del dialetto, di modi di dire popolari, canzoni; la rappresentazione delle persone con tratti esasperati, grotteschi, smorfie contorte, drammi collettivi.

La caratterizzazione locale voleva dare sapore di verità a una rappresentazione in cui doveva riconoscersi tutto il vasto mondo. In questo senso il neorealismo non fu paesano nel senso del verismo regionale ottocentesco.

In questi principi si riconoscno tutti gli autori neorealisti, infatti l’esplosione letteraria di quegli anni in Italia fu, prima che un fatto d’arte un fatto fisiologico, esistenziale, collettivo.

Tra i principali esponenti del neorealismo vanno ricordati: in letteratura Elio Vittorini, Cesare Pavese, Vasco Pratolini, Carlo Cassola, Beppe Fenoglio; nelle arti figurative Renato Guttuso; nel cinema Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini.

Si consiglia di visionare i seguenti film:

  1. Roma città aperta di Roberto Rossellini
  2. Paisà di Roberto Rossellini
  3. Ladri di biciclette di Vittorio de Sica
  4. Bellissima di Luchino Visconti

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