mercoledì 30 gennaio 2008



di PABLO PICASSO


Guernica, Parigi, 4 giugno 1937, olio su tela, 349,3 x 776,6 cm. Madrid, Museo Reina Sofia

di PABLO PICASSO



























LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA
Negli anni Trenta la Spagna era diventata una repubblica democratica in cui le forze della Sinistra si erano impegnate in un'azione di profondo rinnovamento economico e sociale, in particolar modo propugnando la riforma agraria. Le elezioni del febbraio 1936 furono vinte dal Fronte Popolare, l'unione delle forze di Sinistra, con 278 deputati contro i 134 della Destra. Nonostante la sconfitta elettorale, la destra conservatrice, organizzatasi nella Falange, appoggiata dai fascismi europei e dalla chiesa cattolica, rimaneva molto forte, soprattutto perché poteva contare sull'appoggio dell'esercito. I primi mesi di governo del Fronte Popolare furono segnati da accanite lotte in ogni settore della vita politica e sociale che diedero luogo ad episodi anche sanguinosi. Il 13 luglio 1936 un attentato del quale rimase vittima un importante esponente monarchico fu il segnale della rivolta. Il 17 luglio, con una sollevazione delle truppe spagnole di stanza in Marocco, cominciò la guerra civile che presto si estese anche in Spagna. Ben presto il capo della rivolta divenne il generale Francisco Franco. Parte della Spagna fu occupata dall'esercito franchista, mentre l'altra rimase fedele al governo repubblicano, che chiamò il popolo alle armi contro i militari ribelli e la Falange. La guerra fu combattuta con grande determinazione da entrambe le parti: l'esercito repubblicano riuscì a fermare i franchisti ed il conflitto divenne sanguinosissimo. Esso durò infatti fino al 28 marzo 1939 con oltre un milione e mezzo di vittime. Da tutta Europa giunsero in Spagna i volontari antifascisti che combatterono nelle Brigate Internazionali, ma le democrazie europee non intervennero particolarmente in difesa della Spagna repubblicana, anche per i sospetti suscitati dalla presenza comunista e dagli aiuti sovietici,benché piuttosto limitati. Invece l'Italia fascista di Mussolini inviò un vero e proprio corpo di spedizione in aiuto di Franco, e Hitler fornì importanti aiuti soprattutto per quanto riguarda l'aviazione, come la Legione Condor, un'unità dell'aeronautica tedesca, che sperimentò in Spagna le tecniche di bombardamento che sarebbero poi state massicciamente impiegate nella Seconda Guerra Mondiale. Dopo tre anni di sanguinosi combattimenti i franchisti ebbero la meglio: a loro favore giocò, oltre la supremazia militare, la disorganizzazione dell'esercito nemico che rispecchiava i contrasti politici che si erano aperti nel Fronte Popolare, con la repressione degli anarchici da parte dei comunisti in particolare. Centinaia di migliaia di repubblicani dovettero fuggire o finirono prigionieri e Francisco Franco instaurò una dittatura di tipo fascista, della quale fu il capo indiscusso per oltre trent'anni.

IL BOMBARDAMENTO di Guernica (1937)

Il 26 Aprile 1937, l'aviazione falangista, con aerei e piloti tedeschi, attaccò e rase al suolo la cittadina basca di Guernica, uccidendo in tre ore e mezza circa 2000 persone. Dal punto di vista militare, Guernica era un obbiettivo del tutto insignificante; l'azione, svoltasi in un giorno di mercato, fu una strage compiuta per seminare terrore nella popolazione civile e sperimentare una nuova tattica di guerra aerea: il bombardamento a tappeto. Così racconta l'episodio il quotidiano britannico Times del 28 aprile 1937: 'Il lunedì a Guernica è giorno di mercato per la gente delle campagne. Alle 16,30, quando la piazza era affollata, e molti contadini stavano ancora arrivando, la campana diede l'allarme . Cinque minuti dopo un bombardiere tedesco volteggiò sulla città a bassa quota, quindi lanciò le bombe mirando alla stazione. Dopo altri cinque minuti ne comparve un secondo, che lanciò sul centro un egual numero di esplosivi. Un quarto d'ora più tardi tre Junker continuarono l'opera di demolizione e il bombardamento si intensificò ed ebbe termine solo alle 19,45, con l'approssimarsi dell'oscurità. L'intera cittadina, con settemila abitanti e oltre tremila profughi, fu ridotta sistematicamente a pezzi. Per un raggio di otto chilometri, tutt'intorno, gli incursori adottarono la tecnica di colpire fattorie isolate. Nella notte esse ardevano come candele accese sulle colline.
Macerie della città distrutta.
IL QUADRO.

Guernica, 1937, tempera su tela, 349 x 776,5 cm Fin dagli inizi della guerra, Picasso si era infatti dichiarato a favore del governo repubblicano, e Guernica rappresenta quindi il momento del dolore e dell'ira. L'opera, di effetto monumentale, venne realizzata dopo la distruzione della cittadina basca, in meno di due mesi. Abbiamo diverse versioni del quadro. Picasso studiò febbrilmente la scena in un centinaio di disegni preparatori datati tra il primo ed il nove maggio del 1937. L'emozione e la collera di Picasso per il massacro viene espressa nel quadro con una visione drammatica di corpi sfatti, visi stravolti, in uno sfondo privo di colore in cui echeggiano urla lancinanti.
colorato e gouache su carta.

L'autore è all'apice della sua tensione creativa. La novità di quest'opera consiste nella sintassi cromatica che ammette solamente il bianco e il nero, suggerita dalle immagini di distruzione apparse sui giornali. Si può dire, dunque, che la scena non è ambientata né dentro né fuori, bensì ovunque, poiché diverse linee guidano lo sguardo in profondità, accorciamenti prospettici irregolari confondono il dato spaziale, e non si può stabilire un'unica fonte di luce. La composizione, che si allunga orizzontalmente, riunisce sette gruppi di personaggi, e presenta un'articolazione chiara e raffinata. Due scene occupano le superfici laterali di destra e di sinistra; tra queste, secondo una struttura triangolare, si sviluppa una terza scena. Al centro, in una posizione innaturale, si vede un cavallo ferito che si volge a sinistra; dalle fauci dolorosamente spalancate fuoriescono strazianti nitriti. A destra si allungano il profilo stilizzato di una testa umana e un braccio che tiene accesa sulla scena una lampada a petrolio. Sopra la testa del cavallo s'innalza un grande "occhio di Dio" inserito al posto della pupilla, che presenta una lampadina e che è simbolo allo stesso tempo del sole e della luce elettrica. A destra del cavallo una donna inginocchiata conclude il gruppo compositivo centrale. A sinistra e sotto il cavallo ferito giace, al suolo con le braccia aperte quasi fosse crocefisso, la statua di un guerriero, che stringe con la mano destra una spada spezzata. Sopra la statua del guerriero della parte sinistra vi sono, tra le macerie fumanti, un toro e una madre urlante che tiene tra le braccia il figlio morto. Sul margine destro ,invece, vi è una figura col capo rovesciato all'indietro, la bocca spalancata in un grido di agonizzante dolore poiché avvolta dalle fiamme.


LE VICENDE DEL QUADRO

Nel gennaio del 1937 il governo del Fronte Popolare affidò a Picasso la realizzazione di un pannello murale per l'arredamento del padiglione spagnolo all'esposizione mondiale che sarebbe stata inaugurata a Parigi nel luglio di quell'anno. Picasso dunque si trasferì in un nuovo atelier situato in Rue des Grands-Augustins a Parigi, la stessa strada nella quale Balzac aveva ambientato la sua novella Chef-d'œuvre inconnu. Per l'esecuzione del nuovo incarico egli pensò sulle prime di ricorrere ad un tema che trattasse la libertà dell'arte; quando però venne a sapere del bombardamento di Guernica, impressionato a tal punto da tale avvenimento, mutò il suo progetto. L'opera, realizzata già a metà giugno, sarà esposta nel padiglione Spagnolo all'Esposizione Internazionale delle Arti e Tecniche di Parigi (a cui parteciparono altri illustri pittori spagnoli: Joan Miró, Julio González e Javier Bueno), e verrà successivamente spostata negli Stati Uniti a New York al Museum of Modern Art durante l'occupazione nazista di Parigi. Picasso aveva pensato l'opera per Madrid, ma fintanto che il dittatore Franco rimase in vita, rifiutò di consegnarla alla Spagna. Il dipinto giunse in Spagna con la fine della dittatura, nel 1981, e per lungo tempo è stato esposto a Madrid al Casón del Buen Retiro presso il Prado (la direzione del quale gli era stata affidata dal governo repubblicano). Oggi è visibile al museo Reina Sofia di Madrid.
Guernica III versione, Parigi, Maggio 1937, olio su tela, 349 x 776,6 cm. Madrid, Museo Reina Sofia

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